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La Bioenergetica

La Bioenergetica è un metodo, unico nel suo genere, che impiega tecniche di pedagogia delle emozioni a livello verbale e corporeo. Il concetto di integrazione è basato sul fatto che mente e corpo formano un’unità. Noi siamo i nostri pensieri, emozioni, sensazioni, impulsi ed azioni.

Essa affonda le sue radici nell’opera di Wilhelm Reich, (Dobzau, 24 marzo 1897 – Lewisburg, 3 novembre 1957), medico che fu allievo di Freud e con il quale entrò poi in conflitto. Mentre Freud, infatti, poneva attenzione soltanto alla produzione verbale dei pazienti, Reich introdusse nella sua tecnica terapeutica anche l’osservazione del corpo, come l’espressione degli occhi e del viso, la qualità della voce e i vari tipi di tensioni muscolari. Descrisse per primo quello che noi oggi chiamiamo linguaggio del corpo. Se Freud era solito concentrarsi sulle spaccature fra memoria conscia ed inconscia, Reich prese in esame le scissioni fra le varie espressioni del corpo. Per esempio, una persona può ridere ma non essere consapevole che l’espressione del suo viso è triste. Può dire parole gentili, ma non rendersi conto che i suoi occhi sono pieni di risentimento o che la sua bocca ha una espressione negativa.

Reich osservò che, appena questi pazienti iniziavano la terapia, le tensioni muscolari cambiavano. Le spalle e le braccia della persona depressa si rilassavano, le mascelle diventavano meno contratte e i denti meno serrati. La ragione per cui il paziente frenava gli impulsi e reprimeva i ricordi dolorosi era, in primo luogo, per evitare di mostrarsi vulnerabile. Quindi, allentando le tensioni muscolari croniche, il paziente sperimentava la propria vulnerabilità. Serrando la bocca e i denti egli assumeva un’espressione corporea che diceva: “Non voglio aprirmi per non essere ferito di nuovo”.

Reich sperimentò come rilassare i muscoli cronicamente tesi mediante la pressione diretta su di loro e scoprì che funzionava. In questo modo il paziente poteva entrare in contatto con emozioni forti e a lungo dimenticate e con ricordi dolorosi. L’unità di mente, corpo ed emozioni divenne più chiara.

Egli notò anche che, a questo punto, il paziente cominciava a sembrare più vivo, la sua pelle più rosea, i movimenti più spontanei, gli occhi più luminosi. Era come se avesse più energia. Era proprio così e Reich la chiamo energia “organismica” o “orgone”.

Alexander Lowen e la Bioenergetica
Alexander Lowen, paziente ed allievo di Reich, coniò per essa il termine di “bioenergia” ne ampliò gli orizzonti e ne aggiornò le modalità operative. Anziché limitarsi alla sola pressione e manipolazione delle tensioni muscolari croniche, egli fece uso di alcune posizioni di stress che potevano aiutare queste tensioni a rilasciarsi. La prova evidente di questo ammorbidimento delle tensioni era l’insorgere, nei muscoli, di una fine vibrazione. Lowen poté quindi osservare come i blocchi muscolari impedivano il libero scorrere dell’energia. Per esempio, un diaframma cronicamente contratto, come una strettoia, interrompeva l’onda respiratoria, provocando una respirazione superficiale. Come risultato diminuiva l’apporto di ossigeno ed il livello energetico calava. Questo modo superficiale di respirare è uno dei sistemi che noi usiamo per controllare le nostre emozioni. Per aiutare i pazienti a respirare meglio Lowen inventò il cavalletto bioenergetico.

E’ di grande importanza la sua osservazione che una persona il cui flusso energetico è bloccato, ha perso una parte della sua vitalità e della sua personalità. Questa perdita fa sì che questa persona si senta depressa, sia sempre il lotta e usi costantemente la forza di volontà per eseguire i compiti quotidiani. Diventa difficile mettersi in relazione con gli altri o provare piacere. La vita perde i suoi colori e diventa grigia, tetra.

Concetti di base
Il radicamento (grounding), altro concetto introdotto da Lowen, descrive il contatto energetico con la realtà. Allo scopo di avere un buon contatto energetico, è indispensabile che l’energia scorra liberamente verso quelle parti del corpo che sono a contatto diretto con il mondo esterno: organi di senso, braccia e mani, gambe e piedi, pelle e organi sessuali. Guardiamo un bambino quando piange, quando è arrabbiato o felice, oppure quando vuole qualcosa. Tutto il corpo partecipa in modo armonioso. Di una persona ben radicata si dice che “ha i piedi per terra”. Questa persona sente la connessione fra i suoi piedi ed il terreno sul quale appoggiano.

Appena cominciamo a crescere, di solito facciamo esperienza di come la libera espressione delle nostre emozioni si scontra con il rifiuto, la disapprovazione, l’umiliazione, la punizione. Impariamo presto, perciò, a controllare le nostre emozioni, e questo ha delle conseguenze. Blocchiamo permanentemente i muscoli coinvolti in queste espressioni medianti tensioni croniche, che sono inconsce.

I blocchi nella gola e nelle mascelle ci impediscono di piangere o di gridare; ma ci impediscono anche di cantare o di gridare di gioia. I blocchi nelle spalle e nelle braccia frenano non soltanto il nostro desiderio di aggredire e di colpire, ma anche il nostro desiderio di abbracciare. I blocchi nella vita ci impediscono di piangere e gridare, altrettanto bene di quanto ci limitano il respirare e il sospirare. La contrattura dei muscoli delle gambe e dei piedi blocca la spinta alla ribellione, ma diminuisce anche la nostra capacità di stare in piedi e di essere indipendenti.

Ci sono molti muscoli che uniscono il bacino al tronco e alle gambe, come quelli della parte bassa della schiena, delle natiche, delle cosce, del pavimento pelvico. Tutti questi muscoli sono coinvolti nel controllo della sessualità e delle funzioni escretorie. Le loro tensioni croniche intorpidiscono la nostra sessualità e spesso sono causa di dolori lombari e di stimolo ad urinare frequentemente.

Lowen ha fatto ancora un’altra scoperta, forse la più importante: fintanto che abbiamo l’illusione di poter ottenere, da adulti, quello che ci è mancato da bambini, e che questo ci farà uscire dal disequilibrio emotivo, siamo predestinati a fallire. Nessun amore, nessuna accettazione da parte del terapeuta, o del compagno, ci potrà restituire l’esperienza perduta di essere accettati e amati per quello che eravamo da bambini. Poiché abbiamo permanentemente bloccato alcune inaccettabili autoespressioni non potremo mai fare l’esperienza di essere accettati per quello che siamo. Perché i nostri genitori ci hanno negato il sentirci accettati quando noi eravamo pieni di amore per loro? Questo ci procura una rabbia profonda ed inconscia. Ma è anche una rabbia giustificata.

Allentare questi blocchi non è mai facile. Noi crediamo che essi ci salvino dall’essere abbandonati e dalla terribile solitudine che ne conseguirebbe. Attraverso il lavoro con il corpo possiamo ammorbidire le tensioni e rivivere il desiderio di essere accettati e amati e la tremenda tristezza di aver desiderato invano. Essendo ben radicati ed avendo un corpo pieno di energia possiamo vivere nella nostra realtà adulta e perciò sentire che la ricerca tesa a recuperare quanto perduto da bambini è un’illusione. In terapia questo viene spesso percepito come una scelta fra essere sé stessi – liberi e soli – e tenersi stretti al terapeuta e al suo amore.

Il metodo
Il metodo operativo su cui si basa la Bioenergetica comprende una serie di tecniche tipiche della Pedagogia delle emozioni, utilizzate ed insegnate in modo tale da consentire un approccio non solo sistematico e coerente, ma anche più profondo e completo, alla persona e a i suoi problemi.
Gli interventi in Bioenergetica sono infatti definibili come interventi formativi complessi, nel senso che prevedono un approccio “a due entrate”, che procede partendo sia dal versante emotivo, sia da quello corporeo: i temi emergenti, infatti, vengono affrontati ed evocati utilizzando sia il canale che, partendo dal piano mentale ed affettivo conduce al coinvolgimento corporeo, sia il canale opposto: ovvero quello che partendo dalla respirazione, dal movimento e dall’espressione corporea permette l’emergere di vissuti emotivi inconsci consentendone quindi anche il recupero e l’elaborazione a livello mentale ed affettivo. In entrambi i casi, comunque, il processo regressivo e il successivo processo di consapevolizzazione, vengono fortemente stimolati e favoriti proprio dal coinvolgimento unitario dell’organismo, ovvero a livello sia emotivo che somatico.

Rispetto alla metodologia dell’intervento bisogna sottolineare che l’obiettivo primario è quello di ristabilire il libero movimento dell’energia del corpo, intervenendo in modo mirato sui blocchi energetico / emozionali presenti nel paziente riscontrabili ai due livelli, tanto emozionale quanto fisico.

A livello emotivo, infatti, ciascuno di noi è chiamato a mediare tra il suo mondo interno e quello esterno, fra se stesso e gli altri: in questa mediazione avviene il controllo dell’immagine di sé da offrire al mondo esterno e si stabilisce quali sentimenti e impulsi possono essere espressi e quali no. L’interazione tra la componente emotiva e quella corporea si attua in un processo dialettico, in cui la prima plasma il corpo attraverso il controllo che esercita sulla muscolatura volontaria.

Come già accennato, quindi, quando l’espressione di un sentimento non è accettata nel mondo del bambino, questo è costretto ad inibire l’emozione mediante, ad esempio, la contrazione dei muscoli atti all’espressione dell’emozione stessa. Quando tale inibizione è lungamente protratta nel tempo l’individuo abbandona il controllo sull’azione proibita e ritira l’energia dall’impulso. Il controllo dell’impulso diventa allora inconscio e il muscolo rimane in questo caso contratto.

In tali casi l’intervento terapeutico mira proprio a risolvere tale tematica inconscia, a livello sia emotivo che corporeo: questa complessa combinazione di lavoro sul corpo e lavoro psicoanalitico costituisce l’essenza della Bioenergetica.

I cinque caratteri bioenergetici di Lowen

La tipologia schizoide
É una persona cerebrale ma con un io debole e una percezione del sé limitata in quanto il vissuto arcaico è quello del rifiuto. Tende a dissociare il pensiero dal percepire, sente il corpo segmentato, ha difficoltà di ascoltare le proprie emozioni e sentimenti.
Struttura fisica magra, asimmetrica, rigida sulle articolazioni e sui muscoli, viso triangolare, pelle secca, sottile, poco vascolarizzata, oppure lassa con articolazioni ipermobili, torace piccolo e sproporzionato rispetto agli arti, viso con poche espressioni mimiche.
Il massaggio verterà su frizioni controllate sulle articolazioni per far percepire i confini corporei, per poi collegarle tra loro con manovre globalizzanti. L’area più sensibile da massaggiare è l’addome sede delle emozioni più profonde, gestita dall’inconscio; per cui prima di effettuare le manovre di sensibilizzazione è opportuno che il massaggiatore stabilisca empatia e confidenza con il cliente. Nello schizoide rigido le manovre saranno orientate su trazioni leggere e mobilizzazioni del capo, mentre nel lasso a causa del capo pendente, le prese saranno più ferme al fine di far percepire sostegno e controllo primario del apo-collo-tronco.

La tipologia orale
Presenta una personalità dipendente, con tratti tipici del primo anno di vita caratterizzata dalla deprivazione dei bisogni di amore, contatto e calore, incapacità di essere autonomo e di prendere decisioni, bisogno di essere appoggiato e curato da altri, insoddisfazione. Nel sociale mostra una intelligenza molto attiva ma irregolare nel tempo.
L’aggressività è scarsa come la componente energetica nella parte inferiore del corpo con difficoltà al radicamento che comporta improvvisi sbalzi di umore. Il corpo è lungo e sottile come quello dello schizoide, ma non contratto. La muscolatura è poco sviluppata negli arti (astenico) dando l’impressione di incapacità di sostenere il corpo il quale tende a flettersi in ipercifosi. Il bacino sembra rimasto allo sviluppo adolescenziale, la peluria è spesso ridotta. Nel sesso femminile a volte si riscontra accumulo di adipe e liquidi. Il viso è ovale, gli occhi, la bocca e il naso sono grandi.
Il massaggio ha lo scopo di restituire l’energia e la forza carente nelle gambe e nelle braccia e di sanare la carenza affettiva. Con il massaggio l’orale da una situazione infantile in grado solo di ricevere amore e affetto, passa ad una situazione matura in grado di stabilire scambi di reciprocità. Le manovre sono basate su movimenti circolari ripetitivi da formare una spirale atti a stimolare un contatto piacevole, sensazioni arcaiche e creando sicurezza, rassicurazione. La zona più trattata è l’addome, punto debole e parte inconscia, sede delle accettazioni ma anche delle angosce esistenziali e delle paure più profonde. Le manovre saranno gradualmente eseguite con maggior profondità al fine di riempire il senso di vuoto interiore che domina questa personalità.

La tipologia psicopatica
É caratterizzata da una persona remissiva e sottomessa, lamentosa, poca aggressiva; a livello profondo presenta sentimenti di astio, ostilità, pessimismo, inimicizia e supremazia che non gli permette di avere ampie possibilità di esprimersi. Ciò è dovuto alle inibizioni dei propri bisogni nell’infanzia soffocato dalla madre troppo amorevole e opprimente, creando ansia, sofferenza per incapacità di manifestare pienamente la personalità.
La sua struttura fisica è brevilinea, arti ipertrofici spesso più corti rispetto il tronco. Si introducono elementi di rigidità o oralità, il collo è accorciato, i glutei sono tesi e appiattiti, il bacino è in retroversione, l’addome è atonico e rotondeggiante come il viso.
A causa di questa forte oppressione di non poter liberare la carica energetica interiore, il massaggio verterà su manovre atte a far fluire le energie dall’interno verso l’esterno, migliorare la respirazione diaframmatica, scatenare risposte di sollievo, liberare emozioni e tensioni profonde e arcaiche. Le trazioni sono effettuate sugli arti e sul collo, mentre pressioni energiche cadenzate medio-forti misurate al grado di sopportazione eseguite con mani e gomito sempre in fase espiratoria sono applicate nelle zone più contratte: spalle, addome, lombosacrale, glutei.

La tipologia masochista
Presenta una personalità dominante con forte bisogno di potere, supremazia e controllo del corpo, delle emozioni e dell’ambiente esterno. Per questa ragione risulta una persona capace di relazionarsi nel sociale investendo tanta energia per ottenere la massima performance in tutti gli ambiti. È narciso nella cura del corpo, concentrato nell’offrire agli altri la sua immagine di fisicità muscolosa e atletica in cui predomina la parte superiore del corpo (attività mentale), ma non quella inferiore che invece presenta costrizioni diaframmatiche e pelviche atte a creare impulsi energetici deboli verso il basso.
La sua una struttura fisica è contratta, per cui il massaggio sarà finalizzato a ridurre le tensioni cervicali, scapolari, toraciche e diaframmatiche e a sboccare lo stato inspiratorio cronico. Le manovre di percussione ritmiche sul torace dall’alto verso il basso facilitano l’atto espiratorio, mentre sul capo e sul collo verranno effettuate delle manovre di stiramento e mobilizzazioni passive.

La tipologia rigida o equilibrata
Presenta, quando il tono muscolare è lieve, una struttura fisica armoniosa e proporzionale in tutte le sue parti corporee che gli permette di muoversi con disinvoltura, mentre, quando presenta tensioni muscolari croniche, i movimenti sono meno coordinati e plastici, diminuendo così il grado di vitalità ed energia che la caratterizza. Questo è legato ad una educazione infantile rigorosa centrata più sull’intelletto che sull’aspetto emotivo e ludico. Il rigido è ambizioso, competitivo, coerente, orgoglioso, affidabile, ostinato ma mai maligno.
Le manovre del massaggio devono essere dirette e con poche sfumature emotive: frizioni controllate, stiramenti, scuotimenti ritmici e vibrazioni devono migliorare l’elasticità dei muscoli e la motilità soprattutto della schiena, struttura che infonde sicurezza personale nella realizzazione degli obiettivi prefissati.

Non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo, una volta che si è imparato a leggerlo.”
Cit. Alexander Lowen


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